In occasione del decennale della scomparsa del grande Carmelo Bene, mi fa piacere pubblicare alcuni documenti e immagini del mio Archivio.
Gianni Carluccio
* Tutte le immagini, se non diversamente specificato, appartengono all’Archivio dell’Ing. Gianni Carluccio e ne è vietato l’utilizzo senza il consenso dell’Autore.
UN ITINERARIO PER SCOPRIRE NEL SALENTO I LUOGHI DI CARMELO BENE.

Il Salento di Carmelo Bene: dalla casa natale a Campi Salentina a quella della famiglia paterna a Vitigliano; dalla residenza leccese all’ultima dimora idruntina. Altre importanti testimonianze a Santa Cesarea Terme, dove girò il film Nostra Signora dei Turchi.
*copyright Ing.Gianni Carluccio

* Questo articolo firmato da Gianni Carluccio è stato pubblicato, con qualche taglio e modifica, su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, mercoledì 16 marzo 2005, in occasione del terzo anniversario della scomparsa di Carmelo Bene.
Ringrazio per l’ospitalità il Responsabile della sede di Lecce, Angelo Sabia e la cara amica Gloria Indennitate, oltre a Giuseppe Di Leva, amico e collega di Carmelo Bene, in quei giorni a Lecce su invito di Maria Luisa Bene, che hanno voluto onorarmi anche di una dedica su una copia della pagina della Gazzetta che ha ospitato il mio articolo e che conservo gelosamente nella sezione del mio Archivio, dedicata a Carmelo Bene.

Queste le preziose dediche sulla pagina della GAZZETTA:
“Un omaggio al miracolo della Cultura che anche grazie a te si rinnova ogni giorno splendidamente. ANGELO SABIA”.
“Non ricordo chi sia il fotografo ma ricordo BENE quei giorni di febbraio, al Teatro Lirico di Milano, forse 28.000 spettatori in 27 recite. GIUSEPPE DI LEVA”
(in riferimento alla foto dell’ADELCHI di Giovanni Giovannetti, 1984, pubblicata sulla Gazzetta).
“Tanto Bene solo per te. GLORIA”.

Un itinerario per scoprire i luoghi dov’è custodita la memoria di Carmelo Bene comincia da Campi Salentina, sua città natale, dove ci fanno da guida gli amici Antonio Trevisi e Carlo Donatio. Il celebre attore vi nasce mercoledì 1 settembre 1937 in Via Umberto I, 18, a pochi passi dalla centrale Piazza Libertà, in una casa dov’è un giardino profumato di limoni e mandarini. Una targa in marmo, commemorativa dell’evento, è stata apposta sul muro della casa il 16 marzo 2004 da parte dell’Associazione Culturale “APE”, a due anni dalla morte di Carmelo.
Nella stessa Piazza Libertà è situata la cinquecentesca Chiesa della Madonna delle Grazie (dove Carmelo fece il chierichetto da 4 a 14 anni) ed il Municipio, dove il 2 ottobre 1995 ricevette le chiavi della città dall’allora Sindaco Egidio Zacheo.
Il padre, Umberto era originario di Vitigliano, frazione di Santa Cesarea Terme, mentre la madre, Amelia Secolo, di Maglie. Entrambi dirigevano il locale tabacchificio, di proprietà del fratello dell’On.le Oronzo Reale. L’enorme edificio, tuttora esistente, è situato in Via Stazione e versa in uno stato di completo abbandono. Gli amici di Carmelo ricordano gli scherzi che facevano con l’acqua, bagnando i poveretti che passavano da lì con i carretti (“li traini”).
A Campi trascorse l’infanzia e parte dell’adolescenza, frequentò l’asilo dalle Suore di Sant’Anna (in Via San Giuseppe), quindi le Scuole Elementari “Dante Alighieri” (in Via Dante) e poi le Scuole Medie, il Ginnasio ed i primi due anni del Liceo presso il Convitto “Calasanzio”, noto Istituto religioso retto dai Padri Scolopi, adiacente al seicentesco Santuario di San Pompilio (in Via Pirrotta, 2).
Da Franco Indirli, amico fraterno di Carmelo, negli anni della Scuola Media e del Liceo (allora la sua famiglia abitava in una modesta residenza di Via Roma, 56 e poi presso il locale Tabacchificio) apprendiamo che Carmelo studiava pochissimo ma che era molto intelligente ed aveva una formidabile memoria; era anche molto generoso e tendeva a mettersi in evidenza con atteggiamenti fuori dal comune. Carmelo, che aveva una sorella bellissima (Maria Luisa, detta Marisa), diceva inoltre agli amici (allora c’era anche Bruno Putignano) di avere due grandi passioni: il Teatro e la Musica lirica (a 15 anni cominciò infatti a studiare a Lecce da tenore con il M.o Ettore Barbara).
In seguito alla chiusura della Fabbrica dei Tabacchi, la famiglia si trasferì a Lecce, dove Carmelo frequentò l’ultimo anno del Liceo nel 1954-55. Ritornò in seguito a Campi da studente dell’Accademia di recitazione “Sharoff” di Roma e recitò a casa di Indirli (in Via Regina Margherita, 13) il monologo di “Giulietta e Romeo”, utilizzando vecchie cassapanche e divani, facendo piangere gli amici dalla gioia.
Indirli ci racconta, infine, che Carmelo aveva un rapporto di odio-amore con la sua città natale a causa di non adeguati riconoscimenti attribuitigli dai suoi concittadini; questi contrasti riaffiorarono anche quando gli vennero offerte le chiavi della città.
Recentemente gli è stata intitolata la Biblioteca Comunale (in Via San Giuseppe) che presto verrà dotata di una raccolta di testi e documenti cinematografici, a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune.

Dopo Campi il nostro itinerario prosegue verso Lecce; anche con la nostra città Carmelo ebbe un rapporto difficile. Sua sorella Maria Luisa dichiara giustamente: «Lecce è una spina nel fianco, un luogo ingrato e indolente che non riconobbe in tempo il genio di Carmelo e dove oggi non si muove un dito per la sua memoria. Lecce è sempre lì che delude, anche a proposito di Tito Schipa».
La prima sosta in città può effettuarsi presso il Palazzo Bozzicorso, di origine cinquecentesca, in Via degli Antoglietta, 42 (angolo Via Leonardo Prato), a pochi passi dalla Chiesa del Gesù, dove la famiglia Bene trova casa. Per ascoltare, invece, il profumo dei gelsomini di “zia Raffaella” bisogna recarsi in Via S. Cesario.
Da Via degli Antoglietta si passa in Piazzetta Carducci, dove è ubicato il “Convitto Palmieri”, che Carmelo frequentò come studente dell’ultimo anno del Liceo Classico. A giugno litigò con gli insegnanti, venne rimandato in varie materie, riparando nel mese di Settembre.
Altra sosta presso il palazzo delle Poste Centrali, in Piazza Libertini, dove, come ricorda il prof. Cosimo Pagliara, in occasione di uno spettacolo presso il Dopolavoro dei Postelegrafonici (all’ultimo piano del palazzo), Carmelo recitò per la prima volta in pubblico (estate del 1959), lasciando già intravedere tutte le sue qualità di attore.
Nel vicino Teatro Apollo, alla metà degli anni ’60, mise in scena “Gregorio: cabaret dell’800”, che lo vide regista e protagonista del lavoro. A ricordo della manifestazione esiste la matrice originale che servì per il manifesto, conservata da Alberto Buttazzo, presso la Tipografia del Commercio.
Nella seconda metà degli anni ’70 il Maestro entra in collisione con il pubblico leccese. Il grande attore e regista porta al teatro Ariston prima “S.A.D.E.”, con notevole successo; l’anno successivo torna a Lecce con l’ “Amleto”, ma questa volta l’accoglienza è tiepida. «Ho capito che non mi hanno capito» – dice Carmelo a fine spettacolo – «e non tornerò più a Lecce»; lo farà invece, successivamente, al Cinema – Teatro Elio di Calimera (dove a metà degli anni ‘80 legge i Canti orfici di Dino Campana).
Al “Multisala Massimo” è legato, invece, il suo primo ricordo post-mortem. La commemorazione avvenne dal 18 al 20 aprile 2002, in occasione del 3° Festival del Cinema Europeo, presente fra gli altri Lydia Mancinelli, storica compagna di Carmelo sulle scene e nella vita, per quasi vent’anni. E Lydia, in occasione della proiezione del capolavoro cinematografico di Carmelo “Nostra Signora dei Turchi”, ci riporta con i ricordi a Santa Cesarea Terme, terza importante meta del nostro itinerario.

Cominciamo dalla piccola frazione di Vitigliano, paese d’origine di Umberto Bene, padre di Carmelo. Qui, in Via Vittorio Emanuele III, 30-32, c’è la casa di famiglia. Nel locale cimitero è sepolta invece la madre, Amelia Secolo (1905 – 1992) e da oggi il suo paesino lo ricorda con una ‘stele-menhir’ (alta 4 metri), opera dello scultore Virgilio Pizzoleo, che recherà impresse per sempre nella pietra leccese alcune indimenticabili ‘maschere’ del Maestro (il monumento verrà collocato in Piazzetta degli Angeli). All’inizio degli anni ’90 Carmelo aveva accettato di tenere uno spettacolo nelle cave di pietra leccese nel territorio di Cursi: il successo è notevole.
A Santa Cesarea la bella casa della famiglia Bene ha due accessi: da Via Piave, 1 e da Via Tagliamento, 18. Qui cominciano i ricordi dolci e bellissimi di Carmelo, proprio dalla ‘sua’ finestra che guarda verso il mare azzurro e verso Oriente. Sono i luoghi di “Nostra Signora dei Turchi”, qui concepito come romanzo nel 1964 e poi girato, come film, nella primavera del 1968, assieme all’inseparabile Lydia Mancinelli.
Nella casa attualmente risiede la sorella Maria Luisa, gelosa custode delle memorie più care, e certamente più vere, del ‘nostro’ Carmelo. La ‘sorellina’ Marisa, come la chiamava Carmelo è stata per 34 lunghi anni vicina a Carmelo ed è giustamente convinta che nessuno meglio di lei potrà difenderne la memoria e divulgarne l’opera, anzi lei stessa rappresenta una fonte insostituibile di informazioni ed una tappa ‘preziosa’ del nostro itinerario. Maria Luisa sta per pubblicare alcuni interessanti ricordi familiari che ci faranno conoscere anche l’aspetto privato di Carmelo ed è sempre impegnata a difenderne ed a divulgarne l’eredità artistica.
Nelle immediate vicinanze di casa Bene c’è l’elegante Villa Pasca, oggi Sticchi, di gusto moresco: «Attiguo a casa sua stava un palazzo moresco…», recita Carmelo all’inizio di “Nostra Signora dei Turchi”, regalandoci immagini indimenticabili della villa, che già di per sé rientra fra le più belle del Salento.
Altre scene del film furono girate oltre che nella sua stessa casa, nei pressi del Municipio (lungo Via Roma), nella Masseria San Giovanni (che oggi ospita un ristorante), nella Cappella di San Giuseppe (a Cerfignano) e nei dintorni, sulla costa, con varie scene in grotta. A questo proposito Cosimo Pagliara ci fornisce ancora un ricordo relativo all’estate del 1959, quando si inoltrarono a nuoto nella grotta di Santa Cesarea, «in uno dei luoghi che Carmelo ha amato di più, immersi in un’acqua color latte, uscendo dalla quale si ha una sensazione di incredibile rinascita».
Lydia Mancinelli ci racconta ancora che “Nostra Signora dei Turchi” è un film autobiografico, dove si narra la storia di un artista (Carmelo), del suo primo amore (la prima moglie Giuliana) e poi quella del secondo (la stessa Lydia, magistrale interprete). Il film fu girato con appena due milioni di lire ma poi ce ne vollero altri diciotto per il ‘gonfiaggio’ della pellicola (da 16 a 35 mm) e per lo sviluppo. «Carmelo», continua Lydia, «ha fatto quel film non per il pubblico ma pensando al Festival di Venezia, perché lui ci teneva molto». Il film fu presentato, infatti, già nel settembre del 1968, ricevendo il “Gran premio speciale della giuria” alla “XXIX Mostra Internazionale del Cinema di Venezia” ed in seguito fu venduto anche in America. Interessante la motivazione: «Per la totale libertà con cui ha espresso la sua forza creativa mediante il mezzo cinematografico».
In “Nostra Signora” c’è anche un ricordo di San Giuseppe da Copertino, molto caro al celebre artista, che così recita nel film: «San Giuseppe da Copertino, guardiano dei porci, si faceva le ali frequentando la propria maldestrezza; nelle notti in preghiera si guadagnava gli altari della Vergine a bocca aperta, volando…». Ed a Copertino Carmelo si recò in pellegrinaggio, nei luoghi di San Giuseppe, il 5 ottobre 1995 e nel dicembre dello stesso anno ricevette la cittadinanza onoraria. Il 27 gennaio 1997, infine, si esibì gratuitamente in una Lectura Dantis.

Da Santa Cesarea ci spostiamo a Otranto per la tappa finale. Il feeling con Otranto cominciò alla fine degli anni ’70 con l’allora Sindaco Totò Miggiano e si fece più stretto a partire dalla seconda metà degli anni ’80. Anche qui prima rifiutò e poi accettò la cittadinanza onoraria.
Cominciamo l’itinerario dalla Cattedrale. All’esterno, nella Piazza antistante, abbiamo il recente di ricordo di una sua esibizione ne “La figlia di Jorio” (estate 2000), all’interno, osservando la Cripta, il mosaico pavimentale e le teche che conservano le ossa dei SS. Martiri, morti nel 1480, ci ritornano alla mente alcune scene del film “Nostra Signora dei Turchi”.
Ci spostiamo quindi in Via Padre L. Scupoli, 34-35, dove è il palazzo cinquecentesco, già appartenuto ad Achille Starace, e poi acquistato da Carmelo che vi dimorò negli ultimi tempi. Graffito sul citofono di casa, appena visibile, un cuore e la scritta “Carmelo ti ama”.
La splendida casa, poggiante sui bastioni della città, affaccia, come a Santa Cesarea, su uno splendido mare con riflessi che variano dal verde smeraldo all’azzurro, con vista verso i Monti Acrocerauni dell’Albania. In questo luogo, detto l’Immemoriale, per volontà di Carmelo, ci sarà la sede della Fondazione, che ha il compito di conservare, tutelare e diffondere la sua opera. Nella sede verranno messi a disposizione una biblioteca di circa 20.000 volumi, film, opere letterarie e poetiche, archivi musicali, radiofonici e televisivi dell’artista.
Ancora una sosta nei pressi del Castello aragonese, nei cui fossati Carmelo ci regalò l’ultima esibizione con una pregevole “Lectura Dantis”, nel settembre 2001, pochi mesi prima della morte, avvenuta nella sua casa di Roma sabato 16 marzo 2002. Le sue ceneri sono conservate presso il cimitero di Otranto, all’interno della Cappella della Famiglia Bleve, dove è pure sepolto il padre Umberto.
Vorrei ricordare, infine, due episodi che legano Carmelo Bene e Tito Schipa. Il primo episodio, nel luglio del 2001, quando cercai vanamente di rivedere Carmelo, approfittando della presenza a Otranto di Tito Schipa Jr. Ci fermammo nei pressi del portone della sua abitazione ma data l’ora tarda non volemmo disturbarlo. Chissà cosa poteva nascere da quell’incontro tra ‘Maestri’…
Il secondo episodio pochi mesi fa a Roma, quando mi accorsi che nel ristorante “da Sabatino” (in Piazza S. Ignazio), su una parete, erano collocati in bella mostra cinque manifesti relativi a spettacoli messi in scena da Carmelo negli anni 1966-68. Non ebbi dubbi nel riconoscerli come opera pregevole del pittore leccese Tonino Caputo, amico di Carmelo. Il proprietario mi avvertì che gli stessi erano stati collocati nelle vicinanze del tavolo dove abitualmente sedeva l’attore. Grande fu l’emozione ed ancora più grande quando mi accorsi che anche Tito Schipa, dieci anni prima, aveva frequentato lo stesso ristorante: una foto lo ritrae in compagnia di Ava Gardner e di Walter Chiari.
A tre anni dalla morte il ricordo di Carmelo è sempre vivo in noi. Di questo egli stesso ne era consapevole quando affermò, dopo la pubblicazione delle sue “Opere”: «io sono già un classico perché vivo nell’eternità».
Gianni Carluccio
Lecce, 14.3.2005

Da AA.VV., “l’immemoriale”, Ed. Argo, Lecce 1995 riportiamo una composizione autografa di Carmelo Bene:

Nulla patria in profeta

Etmemīnet meminīsse
juvātscit cōētera māter
Fuor del ment’astro polvere bagnata
Il tramestio felpato dindondante
delle capre da latte porta a porta
in aria cotognata Boccaperta
ridono sangue melagrane queste
alte sul muro a fronte d’acquerello
rosa cilestro fronte de le case
I covoni Le danze contadine
sull’aie queste luminate a sera
Nero velluto i campi trapuntati
di lucciole Invasati
di soli cieli Chissaddove (a) MARE
Carmelo Bene

Ed ecco le miniature delle 350 immagini da me raccolte e presentate il 16 marzo 2005 a Maria Luisa Bene, in occasione di un invito a cena nella mia casa di Lecce (18.3.2005).
* Un particolare ringraziamento rivolgo ai cari amici Prof. Egidio Zacheo (già Sindaco di Campi Salentina) e Prof. Carlo Donatio, per avermi fornito alcune preziose immagini.

In seguito le stesse immagini, con alcune integrazioni, sono state utilizzate per vari servizi televisivi dedicati a Carmelo Bene.

RTS – 21 aprile 2006.
TRASMISSIONE DEDICATA A CARMELO BENE CON LA PRESENTAZIONE DI VIDEO E IMMAGINI A CURA DELL’ING. GIANNI CARLUCCIO.
Nella foto, da sin. Gianni Carluccio, Silvia Famularo, Giovanni Invitto e Antonio Cassiano.

CASA CARLUCCIO – 12 marzo 2008.
REGISTRAZIONE DI UN SERVIZIO DI TELERAMA DEDICATO A CARMELO BENE.
Nella foto Gianni Carluccio con Mariella Costantini.

Il Prof. Egidio Zacheo, Sindaco di Campi Salentina, consegna le Chiavi della Città al Maestro Carmelo Bene (2 ottobre 1995).

E qui di seguito un ottimo articolo di Nicola Mirenzi, comparso sul settimanale ALTRI del 24.2.2012 (sullo stesso giornale altri 4 speciali su C.B. il 17.2.2012 ed il 2,9 e 16.3.2012. Debbo una copia di questi numeri all’Arch. Fulvio Rizzo, che gentilmente me ne ha fatto dono), nel quale viene riportata un’intervista a Maurizio Costanzo, che esprime su Carmelo Bene quello che ho sempre pensato: “Era un gigante. E’ stato un grandissimo regista teatrale, un attore fantastico. Genio vero”.
“Nessuno è in grado di rifare un testo di Carmelo Bene. Puoi copiare la regia ma non basta. La sua improvvisazione. Il suo modo di sillabare i versi.
Ah! Per questo come fai a vendere casa sua? Tu devi – devi! – fare un museo a futura memoria. Capisci? perché come lui non c’è stato nessuno prima, nessuno dopo e non ci sarà mai nessuno.
Ma se non fai un museo, quando noi non ci saremo, chi si ricorderà più di lui?”
* Ringrazio Tito Schipa Jr. per avermi segnalato quest’articolo ed a proposito di Tito Schipa il copione è uguale a quello di Carmelo Bene, di Quinto Ennio ecc. ecc. e per noi che lo abbiamo subito vi assicuro che è veramente mortificante, ma si sa: contro l’ignoranza è difficile lottare!

e sempre a proposito della casa di Santa Cesarea Terme ecco un interessante articolo di Federico Cartelli comparso su “il manifesto” del 20 settembre 2011.

Ed ora tre “chicche” conservate presso l’Archivio dell’Ing. Gianni Carluccio di Lecce:
… la prima è reativa ad un numero del settimanale EPOCA del 26 Aprile 1978, contenente un servizio speciale firmato da Alida Militello sull’Amleto televisivo di Carmelo Bene andato in onda Sabato 22 Aprile 1978.
* Io ho avuto il grande piacere, alla metà degli anni ’70, di assistere dal vivo ad una recita di Amleto e ad una di Romeo & Giulietta, presso il Teatro Politeama di Napoli, assieme ad una mia cara amica ed attrice napoletana Donatella Archivolti, che ora non c’è più. Le sensazioni, le immagini, i suoni ed i ricordi di quelle sere, che oggi dedico a Lei, le porto ancora dentro di me e sono state certamente le più grandi “emozioni” teatrali della mia vita.
La voce del mio conterraneo Carmelo Bene la sento ancora nelle mie orecchie e tante frasi di quella recita mi fantasticano ancora e per fortuna nella mente, la prima è: “… portami a Parigi, amore …“.
E ancora: “Non chiedo nulla a nessuno, io. Sono senza un amico. Non ho un amico che sappia raccontare la mia storia, un amico che mi preceda dappertutto per evitarmi quelle spiegazioni che m’ammazzano. Non ho una che sappia gustarmi. Ah, sì un’infermiera! Un’infermiera per amor dell’arte, che conceda i suoi baci solamente ai moribondi, a gente in extremis, e che perciò non possa vantarsene”…

E poi ancora: “E allora, che aspetto qui, la morte? Io? morire?! Sì, d’accordo: si muore. Ma non essere più, non esserci più! Parole, parole, parole! Ma che cosa mi ci vuole, se tutto mi fa freddo… basta! Quando ho fame ho fame, quando ho sete ho sete, quando ho voglia ho voglia! E allora se l’idea della morte mi è così lontana vuol dire che la vita mi è in balia, vuol dire che la vita mi reclama e allora vita mia a noi due…“.
Mi fa piacere in questa sede, anche su sollecitazione della studentessa Margherita Vincenzi (che ha una tesi sull’Amleto di Carmelo Bene presso l’Università di Ferrara), esplicitare sia i contenuti dell’articolo comparso sul “mitico” settimanale EPOCA del 26.4.1978, che la trascrizione dei titoli iniziali e di coda presenti sul video originale della R.A.I. risalente al 1974, che andò in onda per la prima volta in TV Sabato 22 Aprile 1978, Rete 2 ore 20.40.

Nella didascalia di EPOCA relativa a queste foto compaiono solo i nomi di Carmelo Bene e Lydia Mancinelli, Ma si riconoscono anche Cosimo Cinieri, l’affascinante Laura Morante (appena diciottenne) e se non ricordo male anche il salentino Franco Leo, amico di Carmelo Bene e Susanna Javicoli, che non è più fra noi.

AMLETO di CARMELO BENE
(da Shakespeare a Laforgue)
R.A.I. 1974

Andato in onda per la prima volta in TV Sabato 22 Aprile 1978, Rete 2 ore 20.40
(* la trascrizione dei titoli dal video originale è dell’Ing. GIANNI CARLUCCIO)

ALFIERO VINCENTI (Claudio)
CARMELO BENE (Amleto)
JEAN PAUL BOUCHER (Fortebraccio)
FRANCO LEO (Orazio)
PAOLO BARONI (Polonio)
LUIGI MEZZANOTTE (Laerte)
DANIELA SILVERIO (Rosencrantz)
SUSANNA JAVICOLI (Guildenstern)
LUCA BOSISIO (1° attore in Elsinore)
M. AGNES NOBECOURT (Gertrude)
LAURA MORANTE (Ofelia)

e con

LYDIA MANCINELLI (Kate)
COSIMO CINIERI (capo comico in Elsinore)
luci GIORGIO ABBALLE
delegato alla produzione ROBERTA CARLOTTO
regia scene e costumi CARMELO BENE
hanno collaborato allo spettacolo teatrale
MARIO CARLETTI
MAURO CONTINI
WALTER PACE
“G.P. 11”
ROCCHETTI

le musiche originali sono di LUIGI ZITO
assistente alla regia ANNA MARIA FERLI
assistente musicale CARLO SCARTOCCI
assistente di studio ALDO LANINI
coordinamento tecnico ALBERTO RAMUNDO
primo controllo camere MARIO PISTOLESI
tecnico audio BRUNO SEVERO
1° cameraman ROMANO FALONE, BRUNO MACIOCE
mixer video ENRICO TOMEO
microfonista ALDO ALPINI
assistente di scena DONATO DE ARCANGELIS
truccatore ROBERTO DEL BROCCO
parrucchiere CARLO APRILE
capo squadra elettricisti LUCIANO DRUSIANI
capo squadra costruttori UMBERTO CASTIGLIA
montaggio RVM GAETANO MARGUCCIO

Una locandina dell’AMLETO di CARMELO BENE

Copertina del CD audio relativo alla rappresentazione di “Hamlet Suite” di Carmelo Bene, registrato a Perugia il 25 Novembre 1994 (Coll. Ing. Gianni Carluccio).

Copertina del CD audio relativo alla rappresentazione di “Hamlet Suite” di Carmelo Bene, registrato a Perugia il 25 Novembre 1994 (Coll. Ing. Gianni Carluccio).
…la seconda è un articolo firmato da Carmelo Bene (è il terzo di una splendida “trilogia”…), pubblicato su PAESE SERA del 20 Luglio 1978, che io acquistai a Napoli, quando ero studente presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “Federico II”:

… e la terza riguarda preziose notizie sul “primo” Carmelo Bene scritte dal critico teatrale Sandro De Feo e tratte da un un interessante articolo di Enzo Siciliano (critico letterario e Presidente della R.A.I. nel periodo 1996-97), comparso sul CORRIERE DELLA SERA ILLUSTRATO dell’8 marzo 1980.

Ed ora tre numeri de La Gazzetta del Mezzogiorno dell’Ottobre 1995, molto importanti per ricordare i rapporti tra Carmelo Bene e la città di Lecce, che debbo alla squisita gentilezza del caro amico Piero Lisi, che ne è l’autore, assieme ad una preziosa foto del suo Archivio.
Il primo risale al 2 ottobre 1995 e riguarda la sua Città natale Campi Salentina, dove riceve le chiavi della Città per mano dell’allora Sindaco Prof. Egidio Zacheo, tra i primi Sindaci “illuminati” del Salento.

Nel secondo numero de La Gazzetta del Mezzogiorno, del 3 ottobre 1995, oltre a Campi Salentina, si parla della Cittadinanza Onoraria concessa dal Comune di Otranto e rifiutata da Carmelo Bene (perché non tutti i componenti del Consiglio Comunale furono d’accordo) ed ancora della “rottura” con Lecce, dopo un famoso “Amleto” presso il Teatro Ariston nel 1976; precedentemente aveva portato in scena sempre nello stesso Teatro: “S.A.D.E.”.

…e per maggiore precisione mi fa piacere riportare, a proposito della “rottura” di Carmelo Bene con Lecce, quanto scritto dall’amico Prof. Gino Santoro su “La Tribuna del Salento” di martedì 17.2.1976.

L’Amleto di C.B. fu rappresentato a Lecce esattamente mercoledì 11 febbraio 1976, presso il Teatro Ariston, come ho potuto appurare personalmente stamattina presso la Biblioteca Provinciale di Lecce, grazie anche all’aiuto dell’amico Dott. Gabriele De Blasi (G.C. 26.6.2012).
Nei giorni successivi, dal 12 al 15 Febbraio, l’Amleto di C.B. fu rappresentato, con successo, al Teatro Piccinni di Bari. Qui di seguito riporto i risultati della mia ricerca presso la Biblioteca dell’Università del Salento, riguardanti l’Amleto di C.B. rappresentato a Lecce e Bari (in tutto 5 recite consecutive) e la locandina dei programmi TV di Sabato 22.4.1978, che registrano la messa in onda per la prima volta in TV dell’Amleto di Carmelo Bene (registrato nel 1974). Da notare l’articolo di Domenico Faivre su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, Cronaca di Lecce, del 13.2.1976 dal titolo: “Il guaio di… essere leccesi” e quello più “tecnico” dell’amico Egidio Pani, in Cronaca degli Spettacoli (G.C. 29.6.2012).

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, Mercoledì 11.2.1976

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, 12.2.1976

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, 13.2.1976

Il terzo numero della Gazzetta é del 5 ottobre 1995 e riguarda alcune considerazioni sulla ristrutturazione del Teatro Paisiello e su quella possibile del Teatro Apollo, a proposito del quale Carmelo Bene, con grande maestria, dice: “Una stagione lirica come quella leccese costituisce uno sperpero di soldi. Potreste spendere pochissimo facendo recitare in playback alcune comparse, con la base canora di grandi artisti”, proprio come da qualche tempo ha fatto e sta tentando di fare, ad esempio con la “Virtual Tosca”, un altro grande: Tito Schipa Jr., del quale i leccesi e gli italiani (scusandomi per il gioco di parole) conoscono “purtroppo” troppo poco!

Lecce, 4 Ottobre 1995. Carmelo Bene, sulla destra, nel corso di un sopralluogo al Teatro Paisiello da poco restituito al pubblico esclamò, contrariato per il restauro: “Il Paisiello ‘bomboniera’ … e adesso metteteci i confetti”. Foto Studiodue, copyright Archivio Piero Lisi (al centro della foto, in abito chiaro) e Gianni Carluccio.

Lecce, 4 Ottobre 1995. Carmelo Bene, sulla destra, nel corso di un sopralluogo al Teatro Paisiello da poco restituito al pubblico esclamò, contrariato per il restauro: “Il Paisiello ‘bomboniera’ … e adesso metteteci i confetti”. Foto Studiodue, copyright Archivio Piero Lisi (al centro della foto, in abito chiaro) e Gianni Carluccio.

Sempre dal caro amico Piero Lisi ricevo, con una bella dedica, questo prezioso documento comparso su “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Sabato 14 Novembre 1998, in occasione dell’uscita della biografia di Carmelo Bene e firmato oltre che da Giancarlo Dotto dallo stesso “genio” Salentino (Archivio Piero Lisi – Gianni Carluccio).
Questa la dedica per la quale ringrazio infinitamente il caro e generoso amico Piero Lisi: “Rinuncio (assolutamente senza dolermene) a questa copia del mio archivio in favore di quello (ben più ricco e prezioso) dell’amico Gianni Carluccio, custode dell’arte di Tito Schipa e di Carmelo Bene (senza dimenticare il grande Mimmo Modugno). Lecce, 12 / 5 / 2014 Piero Lisi”.
Qualche altra foto…

Gianni Carluccio con l’amico Egidio Zacheo

Gianni Carluccio con l’Assessore Tommaso Farenga ed il Sindaco di Otranto Luciano Cariddi, autore della foto seguente…

Gianni Carluccio con Raffaella Baracchi, moglie di Carmelo Bene. Capo d’Otranto, 19 dicembre 2008

LOCANDINA DELLO SPETTACOLO “LA CENA DELLE BEFFE”

dove compaiono i nomi di
CARMELO BENE e RAFFAELLA BARACCHI

(Gennaio – Febbraio 1989) (ARCHIVIO CARLUCCIO)

Gianni Carluccio con Maria Luisa Bene e Francesco Pasca. Santa Cesarea Terme, Casa Bene, 8 aprile 2010

Lo splendido panorama di Santa Cesarea Terme dalla Casa di Carmelo Bene. (Foto Ing. Gianni Carluccio, 19 marzo 2005, copyright)

Gianni Carluccio con Lydia Mancinelli, storica compagna nella vita e sulle scene di Carmelo Bene. Lecce, Teatro Massimo, 18 aprile 2002.

Carmelo Bene all’esordio al Teatro alla Scala di Milano in Manfred. (foto di Silvia Lelli & Roberto Masotti)
* La registrazione “live” del Manfred avvenne l’1.X.1980.

“… prima di morire
vorrei udire di nuovo
quella voce che era la
mia musica…”
(Carmelo Bene, Manfred)

“Carmelo Bene: straordinario melomane, profondo critico musicale, esaudì il grande sogno d’esser chiamato alla Scala di Milano, recitando da solista in un memorabile Manfred, in forma di concerto; e la sua voce fu degna compagna delle musiche di Schumann.
Ad acclamarlo alla Scala, fra il pubblico, c’erano anche filosofi e psicanalisti che l’avevano descritto a tutto il mondo come un monumento teatrale, un fenomeno unico, un prodigio di pensiero profondo”.
* Tratto dall’ottimo testo di Edoardo Fadini, nell’ambito documentario di Teche RAI: “Carmelo Bene. The Voice which faded away” (“Carmelo Bene. La Voce che si spense”), di Mario Contini e Marianna Ventre, presentato al Festival Carmelo Bene di Otranto, giovedì 15 marzo 2012, alle ore 16.00.
** Al momento della presentazione del documentario da parte di Felice Laudadio, Direttore Artistico del Festival, erano incredibilmente presenti in sala, oltre al sottoscritto, in qualità di Responsabile dell’Archivio Tito Schipa, solo tre persone una della quali dottoranda dell’Università di Messina, con tesi su Carmelo Bene.
*** L’importante documentario ha visto la partecipazione di Piera degli Espositi, Giancarlo Dotto, Dario Fo, Goffredo Fofi, Enrico Ghezzi, Pier Giorgio Giacchè, Mario Mattia Giorgetti, Manuela Kustermann, John Francis Lane, Lidia Mancinelli, Jean-Paul Manganaro, Simonetta Monini, Franco Quadri, padre Vincenzo Romano, Alberto Signorini, Elisabetta Sgarbi, Carla Tatò.
**** Mi piace qui riportare un magistrale articolo scritto dal caro e bravissimo amico Dott. Eraldo Martucci, noto critico musicale, domenica 29 Dicembre 2002 per il QUOTIDIANO DI LECCE. Ringrazio a questo proposito anche l’amico Teo Pepe, Capo Sezione Cultura del “nostro” QUOTIDIANO.

“Era il primo ottobre 1980. Quella sera il teatro alla Scala di Milano ospitò un evento memorabile. Carmelo Bene portò in scena il “Manfred” di Robert Schumann, ovvero le musiche che il grande compositore sassone scrisse per il dramma omonimo di Lord Byron. Di quella storica serata, che la Rai registrò in video, la Fonit Cetra trasse una registrazione che per qualche anno fu uno degli Lp più ricercati della prestigiosa casa discografica italiana.
Un disco ben presto divenuto introvabile e mai più ristampato. Ma ora esce finalmente, e per la prima volta, la versione in cd, grazie alla Warner Fonit che sta rimettendo sul mercato tutti i gioielli più preziosi del catalogo Cetra. Un’occasione irripetibile per riascoltare uno dei più grandi e geniali artisti del dopoguerra che in questo lavoro è mattatore assoluto.
Accanto a Carmelo Bene, infatti, passano quasi in secondo piano gli altri protagonisti: Lydia Mancinelli, l’attrice per molti anni sua compagna, e la stessa notevolissima esecuzione musicale che aveva i suoi punti di forza nell’eccellente coro scaligero diretto da Romano Gandolfi, nell’ottima orchestra affidata alla bacchetta dell’allora esordiente Donato Renzetti, e nel buon quartetto vocale composto dal soprano Silvia Baleani, dal mezzosoprano Wilma Borelli, dal tenore Ennio Buoso e dal basso Carlo Del Bosco.
Al di là della sua strepitosa performance, un altro grande merito dell’attore salentino fu quello di aver riportato in auge uno dei lavori più importanti composti da Schumann nell’ultima parte della sua vita. È il 1848 quando inizia a scrivere il suo secondo lavoro per il teatro subito dopo aver terminato “Genoveva”.
L’attrazione di Schumann, musicista romantico per antonomasia, per Lord Byron era quasi naturale: lo scrittore inglese costituiva infatti l’emblema del poeta romantico con uno stile di vita spesso trasgressivo delle convenzioni sociali e con una manifestazione artistica che alle passioni esagerate alternava momenti di sentita malinconia.
Lord Byron scrisse “Manfred” nel 1817, dichiaratamente ispirandosi al “Faust” di Goethe per le evocazioni delle potenze infernali utilizzate però, in questo caso, soltanto per cercare di liberarsi dalle sofferenze esistenziali. Nel “Manfred” il protagonista è una figura solitaria, angosciosa e lacerata: «La mia natura è avversa a questa vita» declama nel finale poco prima di morire. Una figura che non a caso ispirò molti altri musicisti, tra i quali si deve almeno ricordare Ciaikovski.
Lo Schumann di quel periodo, studioso di scienze occulte, si identificò allora perfettamente con Manfred, nel quale probabilmente vide il proprio ritratto e la stessa espressione del romanticismo. Il dramma di Byron non fu scritto per essere rappresentato a teatro, ma questo aspetto non costituì un ostacolo per Schumann che compose quindici brani ed una lunga ouverture destinata a diventare autonomamente celebre. Il “Manfred” di Byron con le musiche integrali di Schumann, dirette da Franz Liszt, fu rappresentato per la prima volta al teatro di Corte di Weimar il 13 giugno 1852.
I quindici numeri furono composti alternativamente per voci soliste, per coro, per sola orchestra o per orchestra e voce recitante. Quest’ultima struttura musicale, quella appunto per voce recitante ed orchestra, si chiamava melologo, un genere in Italia poco conosciuto a fronte di una ampia diffusione nell’area tedesca sin dal Settecento.
E la voce recitante di Carmelo Bene, che nell’occasione ridusse lui stesso il testo originario in italiano, ci rende appieno la solitudine del disperato “eroe”. E lo fa ovviamente a modo suo, da istrione e giocolire, grazie alle risorse timbriche di una voce assolutamente inconfondibile. «In Manfred le “voci” di Carmelo Bene – ricorda nelle dettagliate note di copertina Gilles Deleuze – grazie all’utilizzo del playback si insinuano tra i cori cantati e la musica, e “cospirano” con essi, vi si aggiungono o se ne sottraggono.
Tra il canto e la musica, Carmelo Bene inserisce il testo divenuto sonoro, e lo fa coesistere con essi, reagire su di essi, in modo tale da farci sentire l’insieme per la prima volta e da ottenere una profonda alleanza dell’elemento musicale e cantato con l’elemento vocale inventato e creato». Non siamo più di fronte al personaggio che parla, ma è il suono stesso che diventa personaggio”. (E.M.).

* A proposito della rappresentazione del Manfred al Teatro alla Scala di Milano e degli spettacoli che si succedettero a Milano, ricevo in data 26 aprile 2012 dall’amico Giuseppe di Leva, che ho avuto il piacere di risentire dopo vari anni, alcuni appunti che ha pubblicato con l’ex Sindaco di Milano Carlo Tognoli, del quale era stato stretto collaboratore, in un Volume dal titolo: “La cultura come terapia. Le attività culturali del comune di Milano dal 1976 al 1986”, Ed. L’Ornitorinco, Milano 2011.
Da notare alcuni ricordi che legano Carmelo Bene a Sandro Pertini (allora Presidente della Repubblica Italiana) ed a Roberto Benigni.
Quella che riporto è una mia sintesi (G.C.).

“E quella sera alla Scala [Manfred, 1 ottobre 1980, n.d.r.] ci fu un senso di meraviglia. Meraviglia per l’allestimento e perché molti spettatori scaligeri non conoscevano bene Bene, lo ritenevano un artista dell’ “avanguardia romana” legata alle “cantine”, a una “gestualità” non meglio identificata, a una scandalosità pretestuosa. Ora trovavano un attore di autorevolezza e di compostezza classiche che si cimentava con una tematica, una musica, un testo assolutamente romantici. Se ne parlò a lungo. L’idea di mettere in scena il Manfred fu del leggendario direttore artistico della Scala Francesco Siciliani, che con felicissima intuizione affidò a Carmelo Bene, del quale era grande estimatore, la responsabilità in toto dell’allestimento. Il Sindaco Tognoli e il suo stretto collaboratore per “Milano Aperta”, Giuseppe Di Leva , colsero al volo l’occasione impegnando il Comune e coinvolgendo nella produzione la Fonit–Cetra, l’azienda discografica di proprietà della Rai, della quale Giuseppe Di Leva era in quegli anni amministratore delegato”.
Scrive ancora Giuseppe Di Leva: “La mia collaborazione con Carmelo Bene nacque per questa scelta. L’incontro con quest’artista dalla personalità ammaliatrice, costituisce un momento alto della mia storia di manager culturale. Con quel Manfred Carmelo Bene provò e trovò una nuova dimensione d’artista: quella che l’avrebbe fatto uscire dagli spazi del teatro off, o comunque del teatro di prosa, per consentirgli l’approdo alle grandi platee della Scala, delle Torri di Bologna, dei Palasport. Il rapporto, dunque, con un pubblico sempre più vasto ottenuto sopratutto per l’uso, allora inconsueto, dei media: la televisione, il disco, che proprio con la Fonit-Cetra sperimentò per la prima volta. Un approccio di sistema che creò e promosse interrelazioni coordinate. La chiamata in causa della Fonit-Cetra, azienda Rai ma con sede e operatività milanese, nell’operazione Scala/Bene, che si replicò poi nel 1984 per l’Adelchi, protagonista sempre Carmelo Bene, si inserisce perfettamente in questa logica di sistema, all’interno del quale ognuno con la propria specificità collabora alla definizione di un progetto ritenuto di pubblico interesse”.
Di Leva nel suo testo ci racconta anche dell’incontro tra Carmelo Bene e Roberto Benigni qualche settimana prima del debutto di Carmelo Bene alla Scala. C.B. era a Milano per ricevere il Premio Ubu – anzi, vari premi Ubu – per il suo Otello. Alle 17 aveva incontrato il sindaco che, a sua volta invitava il Maestro Siciliani e il sovrintendente Badini a un incontro il mattino dopo, allo scopo di definire la collaborazione tra il Teatro alla Scala e Milano Aperta. Alle 18, C.B. è alla Villa Comunale per ricevere i Premi. Maestro di cerimonia è Benigni e la cerimonia è esilarante… (esiste, su quella premiazione, una bella ripresa RAI). L’autore ci racconta inoltre di una telefonata tra Carmelo Bene ed il Presidente della Repubblica Sandro Pertini: “Alle 11, C.B. è a Palazzo Marino per un appuntamento con il sindaco Tognoli; dice subito: “Caro sindaco, il Presidente Pertini ha detto che lei deve chiamarlo.” Tognoli mi guarda interrogativo, io non so che dire. Si comincia a parlare di Manfred alla Scala. Cinque minuti dopo, entra una segretaria, Anna, parla all’orecchio di Tognoli che si alza precipitosamente e mi fa segno di seguirlo nell’ufficio privato. Ebbene, c’è Pertini al telefono che chiude augurandosi che Manfred arrivi alla Scala. Be’, Manfred arrivò alla Scala.
La scoperta della “strumentazione fonica”, avvenuta proprio con Manfred, permetteva a Bene di portare i “concerti di poesia” in spazi vasti e anomali. Era nata così l’idea di Maiakovski al Palalido (Maiakovski era un’antica passione di Bene): due serate. A molti sembrò un azzardo, e lo era. Ma quando Bene arrivò al Palalido, quell’edificio costruito per lo sport venne preso d’assalto da quasi cinquemila spettatori. Il giorno dopo il Corriere della Sera pubblicò in prima pagina (!) un esterrefatto commento di Alfredo Todisco con il titolo “I giovanissimi fanno a pugni per i versi di Maiakovski” (15 marzo 1981). Esiste un filmato RAI che documenta momenti di quella serata e come non ci fossero soltanto “giovanissimi”. La seconda sera migliaia di persone non trovarono posto e si dovette improvvisare la terza replica. Qualcuno scrisse che Bene era diventato una rockstar e il successo di quelle serate lo portò a concepire la celebre Lectura Dantis nel luglio di quell’anno a Bologna.
“Dopo il successo di Manfred, Carmelo Bene era ormai ospite fisso di Milano Aperta e/o della Scala. Lo era anche nel gennaio ’83, per due settimane al Teatro Lirico con Macbeth (lunedì 10, Poesia della voce, Voce della poesia – sala di 1800 posti stracolma). Ed era ormai consuetudine che Bene facesse visita al sindaco durante le sue permanenze a Milano. Gli fa visita anche questa volta. Nella conversazione il sindaco gli chiede a cosa sta lavorando e Bene risponde “al verso del Manzoni”. Quell’incontro è l’embrione dell’Adelchi che andò in scena al Teatro Lirico nel febbraio dell’anno dopo, 1984. Ho avuto, diciamo pure, l’onore e certamente il piacere di lavorare con Bene alla riduzione del testo manzoniano e perciò ricordo precisamente numeri e circostanze. Ventottomila spettatori in ventisette recite, musica “verdiana” di Gaetano Gian Luporini (registrata nell’edizione dell’orchestra RAI di Milano, diretta da Enrico Collina); percussioni dal vivo di Antonio Striano. La “formula” era quella di Manfred: la tragedia diveniva poema detto dall’Autore, vestito come avrebbe potuto esserlo Ugo Foscolo, e il solista assumeva tutti i ruoli, tranne quello di Ermengarda, che era Anna Perino. Lo spettacolo venne ripreso e mandato in onda da RAIDUE: l’Auditel disse un milione e ottocentomila spettatori e così ci fu la replica mesi dopo (con commento di Alberto Bevilacqua sul Corriere della Sera). Di quell’Adelchi rimane un bel cd Fonit Cetra”.
Anna Bandettini sintetizzava così il senso dell’ “operazione” relativa all’Adelchi (Spettacoli a Milano, febbraio ’84): “Questo Adelchi nasce da uno “studio” di Carmelo Bene e Giuseppe Di Leva, uno studio i cui risultati sono esposti in un libro che verrà pubblicato da Longanesi in occasione del debutto dello spettacolo con un titolo particolarmente significativo circa i suoi contenuti: L’Adelchi o della volgarità del politico. Se lo spettacolo di Carmelo Bene, inoltre, si presenta in forma di concerto, quindi lontano da preoccupazioni scenografiche o di ambientazione del testo manzoniano, sarà una mostra allestita nel foyer del Lirico per tutto il periodo delle repliche a richiamare certe ambientazioni e immagini del mondo longobardo cui si riferisce il testo manzoniano. Allestita dall’architetto Cate Calderini, questa mostra presenta una documentazione sugli usi e costumi longobardi, dalle armi alle suppellettili, ai costumi”. Giuseppe Di Leva.

La locandina dell’Adelchi con la produzione del Teatro alla Scala di Milano (Milano, Teatro Lirico, Febbraio – Marzo 1984).

La copertina del Volume “L’Adelchi o della volgarità del politico” di Carmelo Bene e Giuseppe Di Leva, Longanesi 1984.

Casa Carluccio, foto ricordo con Maria Luisa Bene e Giuseppe Di Leva. Da sin. Giuseppe Di Leva e consorte, Ida Blattmann D’Amelj, Maria Luisa Bene, Antonio Massari e Gianni Carluccio. Lecce, 16 marzo 2005.

Roma, Ristorante – Pizzeria in Piazza Sant’Ignazio, 29 Gennaio 2006. Gianni Carluccio offre al titolare del Ristorante Sabatino, la foto che ritrae Tito Schipa con Ava Gardner e Walter Chiari (Pizzeria Sant’Ignazio, 1954). Lo stesso Ristorante verrà in seguito frequentato anche da Carmelo Bene (vedi le locandine dei suoi spettacoli, sullo sfondo).

Carmelo Bene ricordato sull’Enciclopedia TRECCANI
* In effetti Carmelo Bene è nato l’1 settembre 1937 a Campi Salentina (LE), come giustamente mi ha fatto notare l’amico Prof. Egidio Zacheo

La locandina di “SALOME’” di Carmelo Bene, in una litografia di Tonino Caputo. (Collezione Ing. Gianni Carluccio, Lecce)
* Questa immagine è dedicata alla cara e brava Salomè Bene, figlia di Carmelo Bene e Raffaella Baracchi.

SALOME’ BENE
(foto tratta dall’intervista a SALOME’ BENE di TEO PEPE,
pubblicata il 10 marzo 2012 sul
NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA, Ed. di Lecce)

FESTIVAL CARMELO BENE, OTRANTO 15.3.2012

Gianni Carluccio con Raffaella Baracchi, curatrice della Mostra su Carmelo Bene, Castello di Otranto, 15 marzo 2012

Gianni Carluccio, Salomè Bene e Antonio Cassiano  Otranto 15 marzo 2012

Luciano Cariddi, Monica Troiano, Raffaella Baracchi, Gianni Carluccio, Salomè Bene e Felice Laudadio. Otranto, 15 marzo 2012.
Ed ora tre preziosi regali ricevuti da Adriana Ruvolo e Tito Schipa Jr. in occasione del mio 60° compleanno. GRAZIE!

La copertina del fascicolo di 68 pagine che accompagna la recita di Carmelo Bene in Majakovskij presso il Teatro dell’Opera di Roma (stagione 1980-81).

La locandina di Carmelo Bene in Pinocchio, Roma Teatro Quirino 21 Aprile 1982 (30 anni fa!).

Il fascicolo di 36 pagine che accompagna la recita di Carmelo Bene in Pinocchio (Roma, 21.4.1982).

La locandina dello spettacolo di Iaia Forte presso il Museo Provinciale di Lecce, dedicato a Carmelo Bene.

Iaia Forte, presso il Museo Provinciale di Lecce.

Lecce, Museo Provinciale 15.6.2012.
Da sin.: Brizia Minerva, Gianni Carluccio, Iaia Forte e Antonio Cassiano.

* Mi fa piacere ricordare che il papà di Iaia Forte, Prof. Carlo Forte, è stato il mio caro ed indimenticabile docente di “Principi di Economia ed Estimo”, presso la facoltà di Ingegneria dell’Università “Federico II” di Napoli. Grazie a lui inoltre ho avuto modo di frequentare il Cine Club di Posillipo, dove venivano proiettati, tra l’altro, i film di Carmelo Bene e di Francesco Rosi, che ho avuto il piacere di conoscere. Nello stesso prestigioso Cine Club ricordo di aver fatto la prima proiezione di diapositive della mia vita (1975), al rientro da un viaggio a New York, Philadelphia e Washington.

Ed ora qualche immagine della Mostra “Costumi di Scena dall’Archivio di Carmelo Bene” (23 marzo – 30 Giugno 2012), presso il Museo Provinciale di Lecce. L’allestimento dei Costumi di Scena, per gentile concessione di Raffaella Baracchi e Salomè Bene, è stato curato da Antonella Cannarozzi con Antonio Cassiano e Brizia Minerva. Ringrazio per queste immagini il Direttore del Museo Provinciale Dott. Antonio Cassiano.

Una panoramica della Mostra presso il Museo Provinciale di Lecce.

Il pannello con gli appunti di Carmelo Bene per il “suo” Amleto.

Il costume di scena di Carmelo Bene – Amleto utilizzato in “Hamlet Suite”.

Il costume di scena di Carmelo Bene – Otello.

Gianni Carluccio osserva il Costume di scena di Carmelo Bene – Pinocchio.

MI FA PIACERE SEGNALARE, ANCHE GRAZIE ALLA SOLLECITAZIONE DEL CURATORE DEL VOLUME, DOTT. LUCA BUONCRISTIANO, L’ULTIMA USCITA DEL QUADRIMESTRALE “PANTA” (N.30 – APRILE 2012) “CARMELO BENE”, ED. BOMPIANI (24 €).
IL VOLUME RISULTA FONDAMENTALE NELLA “VICENDA BENE” IN QUANTO RACCOGLIE CIRCA 60 IMPORTANTI DOCUMENTI, SOPRATTUTTO INTERVISTE, A PARTIRE DAL 1974 FINO AL 2002, ANNO DELLA SUA MORTE, CON ALCUNI SCRITTI DEL 2012 DA PARTE DEL CURATORE DEL VOLUME, LUCA BUONCRISTIANO E DELLA DOTT.SSA ELISABETTA SGARBI.
UN ALTRO NOTEVOLE PREGIO DEL VOLUME E’ QUELLO DI OSPITARE LE IMMAGINI, A TUTTA PAGINA, DI 58 PREZIOSE LOCANDINE (OLTRE A 5 FOTO ED A 6 COPERTINE DI LIBRI) RELATIVE A SPETTACOLI DI CARMELO BENE, CHE IO HO STUDIATO E CERCATO, NEI LIMITI DEL POSSIBILE DI DATARE, RIUSCENDOVI NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI.
ED A QUESTO PROPOSITO, APPROFITTO DEL CONTATTO CHE SI E’ VENUTO A CREARE (CHE MI FA PIACERE RIPORTARE QUI SOTTO IN NOTA) PER CHIEDERE AL CURATORE DEL VOLUME ED ALLE EDIZIONI BOMPIANI, CHE ENORMI MERITI HANNO ACQUISITO NEL NOME DI CARMELO BENE, DI POTER UTILIZZARE NEL CORSO DI QUALCHE MIA CONFERENZA, DETTE IMMAGINI, CITANDO LOGICAMENTE LA FONTE.
LECCE, 19 OTTOBRE 2012 ING. GIANNI CARLUCCIO

* Qui di seguito il gradito messaggio del Dott. Luca Buocristiano e la mia risposta.
Inviato il 16/10/2012 alle 11:12 da Luca Buoncristiano
Vorrei segnalare per completezza di informazione su quanto realizzato in questo anno, il volume PANTA CARMELO BENE edito dalla Bompiani e curato dal sottoscritto.
Chiunque si accinga allo studio di CB, non può esimersi dal consultare il volume in questione che offre uno sguardo sulle principali interviste rilasciate dal Maestro durante l’arco della sua carriera.
Inviato il 16/10/2012 alle 11:51 | In risposta a Luca Buoncristiano.
Gentilissimo Dottore,
conosco BENE il vostro pregevole Volume che ho acquistato appena uscito e consigliato a tutti. Purtroppo sul mio sito non ho fatto in tempo a scrivere qualcosa ed a segnalarlo, ma verrà fatto.
Tra l’altro nel volume ci sono tantissime locandine che ho schedato e cercato di datare, quindi ci ho lavorato sopra… ed ho ottenuto importanti notizie per il mio lavoro grazie alla vostra “bravura”.
Complimenti, Gianni Carluccio

Ed ecco un altro importante Volume, che consiglio ai visitatori di questo sito, scritto da un compagno di Scuola Media e di Liceo di Carmelo Bene, il Dott. Prof. Bruno Putignano, come potete leggere qui di seguito.

Il Volume (Libreria Pensa Editrice, Lecce 2013, € 22) di ben 629 pagine si compone dei seguenti capitoli: L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA; LA PERSONALITA’; L’ITINERARIO ARTISTICO NELLA POESIA; L’ITINERARIO ARTISTICO NELLA LETTERATURA; L’ITINERARIO ARTISTICO NELLA FILOSOFIA; L’ITINERARIO ARTISTICO NELL’ARTE DRAMMATICA.

Bruno Putignano con l’amico Gianni Carluccio negli studi di TELERAMA (14.X.2013).

Presentazione del Volume Carmelo Bene negli studi di TELERAMA – TELESALENTO con il Direttore Dott. Cesare Vernaleone, l’Autore Dott. Prof. Bruno Putignano, l’Ing. Gianni Carluccio e la Regista Rosaria Ricchiuto (14.X.2013).

L’invito alla presentazione del Volume su Carmelo Bene del Dott. Bruno Putignano presso il Museo Provinciale di Lecce (15.X.2013).

Una copia di una preziosa foto giovanile che ritrae Carmelo Bene (a destra, nel ruolo di portiere) con Bruno Putignano su un campetto da calcio a Campi Salentina, della quale ha voluto farmi graditissimo omaggio l’amico Dott. Bruno Putignano (copyright).
* Mi comunica l’amico Bruno Putignano, che questa foto è stata fatta a Campi Salentina, in un campetto alla periferia della città (nei pressi della Chiesa della Madonna della Mercede, sulla via per Squinzano), il 1° Aprile 1954.

Campi Salentina, l’Avv. Bruno Putignano davanti alla Chiesa della Madonna della Mercede; foto copyright Ing. Gianni Carluccio, 22.9.2014.

L’Ing. Gianni Carluccio con l’amico Avv. Bruno Putignano a Lecce. Sullo schermo compare al mio fianco l’amico e collega Ing. Franco Indirli, compagno di classe assieme a Bruno Putignano di Carmelo Bene, (19 Settembre 2014).

Campi Salentina, Biblioteca Comunale “Carmelo Bene”. Gianni Carluccio tra i compagni di classe di Carmelo Bene: Bruno Putignano e Franco Indirli; foto Prof. Carlo Donatio, copyright Archivio Carluccio, 22.9.2014.

L’ing. Gianni Carluccio con il compagno di liceo di Carmelo Bene (ultimo anno -Lecce, 1954-55), Avv. Luigi De Pascalis, accompagnato dalla moglie Sig.ra Rosanna Perulli, figlia del tenore Antonio (Casa Carluccio, 23.2.2011).

Lecce, Sabato 29 Maggio 1954. Alcuni compagni di classe di Carmelo Bene presso il Liceo Classico “Palmieri” di Lecce. Da sin.: Mario Mello, Aldo Schipa (mio zio), Luigi Rollo, Leonardo Vergallo, Luigi De Pascalis e Bruno Luceri (all’epoca molto amico di Carmelo Bene).
Foto copyright Avv. Luigi De Pascalis, Archivio Carluccio.

Un articolo di Mario Mello dal titolo: “Carmelo Bene studente liceale. Ricordo d’un compagno di classe” (in “Sìlarus”, Maggio – Giugno 2007).

* Ringrazio sentitamente l’amico Avv. Luigi De Pascalis, assieme a sua figlia Rita, per avermi donato questo prezioso articolo nel quale è scritto che Carmelo Bene ha frequentato a Lecce anche la 2a Liceale; in effetti questo contrasta con la pagella riportata qui sotto dell’Istituto Calasanzio dei Padri Scolopi di Campi Salentina e con la foto sopra pubblicata fatta a Campi S. il 1° Aprile 1954, per cui credo che Carmelo Bene abbia frequentato a Lecce solo l’ultimo anno del Liceo Classico, diplomandosi nel 1955.

La Pagella di Carmelo Bene, classe 2a Liceale, sez. B, Istituto dei Padri Scolopi di Campi Salentina.* Ringrazio l’amico e collega Prof. Carlo Donatio di Campi Salentina per avermi fornito copia di questo prezioso documento (copyright Archivio Carluccio).
* Ed ora mi fa piacere presentare la sezione del mio Archivio riguardante “Carmelo Bene”, che presenterò in occasione della gradita visita della Signora Raffaella Baracchi presso la mia residenza, sabato 4 Ottobre 2014.

Libri, programmi e recensioni della Collezione Carluccio, sezione Carmelo Bene (copyright Ing. Gianni Carluccio).

Una parte dell’Archivio audio-video.

L’Archivio cartaceo si compone di circa 350 tra riviste ed articoli a stampa originali riguardanti Carmelo Bene, da me raccolti a partire dal 1978.

L’Ing. Gianni Carluccio con la Dott.ssa Eugenia Quarta, che ha schedato i circa 5.000 volumi appartenuti al Maestro Carmelo Bene, di proprietà della moglie Sig.ra Raffaella Baracchi (copyright Archivio Carluccio, 2.X.2014).

Gianni Carluccio con la cara amica Raffaella Baracchi, moglie di Carmelo Bene, in visita presso l’Archivo Carluccio; foto Monica Troiano, Lecce 4.X.2014, copyright Archivio Carluccio.

Gianni Carluccio offre a Raffaella Baracchi una copia del suo articolo sui “luoghi” di Carmelo Bene nel Salento, comparso su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 16 marzo 2005; foto Monica Troiano, copyright Archivio Carluccio.

Un’immagine felice di Carmelo Bene che ci saluta, brindando.

Desidero ringraziare ancora una volta Angelo Sabia, Responsabile della sede leccese de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, e la giornalista Gloria Indennitate per aver “onorato” il mio sito con questa bellissima recensione comparsa sulla Gazzetta di oggi, domenica 11 marzo 2012.
Qui di seguito l’intera pagina dedicata a Carmelo Bene, con l’importante Mostra curata dalla cara Sig.ra Raffaella Baracchi, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente a Otranto.

Infine un omaggio a Campi Salentina, “Città d’Arte di Cultura e di Carmelo Bene”, che dedico al caro amico Prof. Egidio Zacheo, Sindaco (24.1.2016).

La casa natale di Carmelo Bene con gli amici Franco Indirli e Bruno Putignano.

La Chiesa di San Pompilio con l’elegante campanile.

Il Municipio di Campi Salentina.

La Chiesa Collegiata di Santa Maria delle Grazie a Campi Salentina (1579).

La Cappella Maremonti (XV sec.), situata a lato della Chiesa Madre, con i preziosi affreschi venuti recentemente alla luce.

Il prezioso mosaico.

L’interno della bella Chiesa.

Il pulpito ligneo del 1600.

Su questi scanni sedeva Carmelo Bene, quando, da ragazzino, svolgeva le funzioni di chierichetto… Lo scenario circostante, angeli compresi, certamente sarà rimasto impresso nell’inconscio di C.B.

Un prezioso tabernacolo ligneo.

Il Monumento sepolcrale di Bellisario Maremonti, in pietra leccese dipinta di nero (1515).

Lo stemma dei Maremonti, baroni di Campi.

Ed ora alcune suggestive immagini notturne…

Il Palazzo Marchesale sorge sui resti di un antico Castello voluto da Federico II.

Il Municipio di Campi Salentina.

Due belle immagini di Campi Salentina.

Il Sindaco di Campi, Prof. Egidio Zacheo, fotografato sui tetti della propria Città dall’amico Ing. Gianni Carluccio.

* Per altre immagini relative a Carmelo Bene vi rimando, in questo stesso sito, all’art.: “Nella casa di Carmelo Bene”.
Gianni Carluccio

Ed ora un omaggio al Maestro Mario Masini ed al mio amico Alessandro Turco comparso su Alias (inserto de “Il Manifesto”) del 12 Marzo 2016.

Il Maestro Mario Masini fotografato da Alessandro Turco.

COMMENTI

Francesco Pasca il 7 marzo 2012 alle 13:54 scrive:
ti allego un link, troverai una nota sui linguaggi. Carmelo li conosceva, eccome.

ciao,
a presto
Francesco

Gianni Carluccio il 7 marzo 2012 alle 18:28 scrive:
Grazie caro Francesco,
continuo ad aggiornare l’articolo. In particolare è molto significativa un’intervista a Maurizio Costanzo, che spero tu possa leggere.
E rimando i frequentatori del sito a quel tuo fantastico articolo “Alpha” (qui riportato nell’art. “Nella casa di Carmelo Bene”), scritto in occasione della cena a Casa Bene a Santa Cesarea Terme, per festeggiare il compleanno della cara amica Maria Luisa, l’8 aprile 2010.
Ciao, Gianni

Tito Schipa Jr. il 10 marzo 2012 alle 13:39 scrive:
Bravo Gianni, questi sono i veri monumenti della contemporaneità. Continua così e diventerai il Tacito del Salento… Poi dovrai trovare chi scriva la tua, di biografia.

Gianni Carluccio il 10 marzo 2012 alle 13:52 scrive:
Caro Tito,
sei sempre generoso nei miei confronti. Devo dire, con una punta di orgoglio, che questo sito piace ed è utile e proprio oggi ho ricevuto i complimenti da giornalisti autorevoli, che apprezzano il mio lavoro e che lo renderanno pubblico.
Per me questa, come dice il caro amico Albano, è “felicità” e poi oggi, come tu sai, per me, per te e per noi della famiglia Schipa è un altro giorno importante: mi riferisco all’acquisizione del preziosissimo album, con più di 60 foto di tuo padre (che mi hai appena illustrato al telefono) e per il quale ringrazio mia madre Silvana Schipa, che me lo ha regalato per i miei, ormai prossimi, 60 anni, il Prof. Pasquale Chessa, noto giornalista e docente alla “Sapienza”, che vi ha segnalato la presenza dell’album a Roma e i Dottori Domenico e Francesca Dassisti che ne hanno reso possibile l’acquisizione, con una gentilezza squisita.
Inutile dirti che non vedo l’ora di vederlo personalmente.
Baci, a te e Adriana (la vostra Elisir a Lecce è stata molto apprezzata…)
vostro, Gianni

Pompeo Maritati il 11 marzo 2012 alle 17:27 scrive:
caro Gianni, i complimenti degli amici, proprio perchè VERI amici, se mi permetti, contrariamente a quello che si pensa, valgono DOPPIO.
Dare lustro, ricordare a tutti i nostri concittadini e amici del Salento, la straordinaria figura artistica di Carmelo Bene è già questo un doveroso encomio da parte di tutti noi.
Un abbraccio.
Pompeo

Gianni Carluccio il 11 marzo 2012 alle 18:07 scrive:
Carissimo Presidente,
ti ringrazio per il commento.
Pensa che venerdì 16 marzo 2012, che è il decimo anniversario della scomparsa di Carmelo Bene, noi avremo l’importante riunione nella quale si sancirà la nascita ufficiale del CLUB UNESCO di ZOLLINO, del quale siamo, con un pizzico di orgoglio, SOCI FONDATORI; ma il merito del riconoscimento è soprattutto tuo e di Antonio Chiga.
Un abbraccio, Gianni

Carlo Donatio il 11 marzo 2012 alle 19:09 scrive:
Grazie per quello che fai! La raccolta di notizie su Carmelo Bene e gli altri personaggi che danno lustro alla nostra amata terra è unica, come la tua passione e il tuo entusiasmo che ci coinvolge nel seguire le tue ricerche.
Siamo grati di essere tuoi amici!
Marlene e Carlo

Gianni Carluccio il 11 marzo 2012 alle 20:00 scrive:
Sono io che ringrazio te, caro amico e collega Carlo, per la tua squisita gentilezza nel favorire la mia ricerca a Campi Salentina, la tua Città, il paese natale del nostro Carmelo.
Un grazie affettuoso anche a Marlene ed un saluto alle vostre “bimbe”
vostro, Gianni

Federica Quarta il 16 marzo 2012 alle 14:21 scrive:
Caro professore, il suo sito è proprio bello, soprattutto l’ultimo link che lei ha postato per ricordare il grande Carmelo Bene.

Gianni Carluccio il 16 marzo 2012 alle 20:47 scrive:
Cara Federica,
mi fa molto piacere che tu abbia visitato il mio sito, soprattutto che ti sia interessata alla figura del “nostro” Carmelo Bene, che ritengo sia stato il più grande attore e regista mai esistito!
Ho provato una grande delusione oggi a scuola nell’illustrare la figura di Carmelo Bene (nel decennale della sua scomparsa) e trovare un alunno di Campi Salentina, paese natale di Bene, che non sapeva chi fosse!
Mi chiedo cosa insegniamo ai nostri ragazzi?
Ci vorrebbe un pò più di attenzione nelle scuole nei confronti del Salento e dei nostri “grandi”.
Al contempo devo notare con piacere che una mia ex alunna dell’Aereonautico, Deborah Saponaro, mi ha chiesto un’intervista su Carmelo Bene e questo mi ha fatto molto piacere.
Un caro saluto e grazie dell’attenzione,
Prof. Gianni Carluccio

Monica Troiano il 19 marzo 2012 alle 19:42 scrive:
Complimenti Gianni, veramente bello!

Gianni Carluccio il 19 marzo 2012 alle 20:21 scrive:
Grazie cara Monica,
i tuoi complimenti mi confortano.
Grazie anche per quello che fai a favore della cara Raffaella, che tanto merita e tanto sta facendo per la memoria del “nostro” Carmelo Bene, la cui immagine è stata purtroppo spesso solo egoisticamente utilizzata.
Raffaella, tra l’altro, è stata bravissima nel crescere una figlia stupenda, degna dei suoi meravigliosi e bravi genitori.
Auguri dunque a Salomè e a Raffaella per i rispettivi compleanni, sperando che possano prendere presto visione del mio lavoro archivistico per Carmelo.
Tuo, Gianni

Egidio Zacheo il 19 marzo 2012 alle 22:28 scrive:
In un paese di smemorati, che dimenticano spesso proprio i figli migliori, tu, caro Gianni, porti avanti un compito essenziale: quello di impedire che cada l’oblio sulla nostra straordinaria ricchezza di arte, di cultura e di uomini di genio. La tenacia e l’entusiasmo con cui, tra mille difficoltà, stai mettendo a punto la sezione su Carmelo Bene e i risultati pregevoli già raggiunti, mi spingono ad esprimerti con urgenza i miei sentimenti di gratitudine e di affetto. Egidio

Gianni Carluccioil 19 marzo 2012 alle 23:00 scrive:
Carissimo Egidio,
inutile dirti che ricevere un commento così bello da una persona autorevole quale tu sei, mi dà una gioia ed una carica per continuare su questa linea.
Come non ricordare il momento in cui hai offerto le chiavi della vostra bella Città, Campi Salentina, a Carmelo Bene (era il 2 Ottobre 1995) e quanta gioia ho provato quando mi hai regalato il tuo libro “Profondo Sud. Diario di un sindaco” (Ed. Manni, 1996), che alle pagine 61 e 62 illustrava la giornata dell’ “evento” e poi ancora le belle foto-ricordo della memorabile giornata, qualcuna delle quali ho utilizzato su questo sito.
Sai quanto ti stimo e quanto assieme abbiamo a lungo, e varie volte, ricordato il “nostro” Carmelo Bene, mi auguro che Raffaella Baracchi e Salomè Bene si possano “affezionare” sempre più al nostro Salento e soprattutto che abbiano la forza di resistere a tutte le varie sollecitazioni, anche a quelle cattive e ingiustificate alle quali sono sottoposte, per avviare la costituzione, qui nel nostro Salento, a Campi Salentina, a Vitigliano-Santa Cesarea Terme e ad Otranto, di luoghi idonei a perpetuare “per-Bene” la memoria di Carmelo.
Grazie di cuore, Gianni

Anna Maria Monti il 3 giugno 2012 alle 11:39 scrive:
Lavoro a Campi Salentina da 5 anni e mi sono accorta che le opere e la persona sono poco conosciute. Certo è una genialità non facile da avvicinare.
Sicuramente la sua città natale dovrebbe valorizzarla di più, soprattutto come esempio di sensibilità e libertà di pensiero in un mondo culturale omologante e piatto. Ho cercato tra la documentazione scolastica della scuola elementare frequentata “De Amicis” sue notizie, già la sua maestra lo riconosceva come un bambino vivace.
Grazie per l’accurata documentazione presentata nel blog
Anna Maria Monti

G. Carluccio il 3 giugno 2012 alle 13:02 scrive:
Gentile Direttrice,
la ringrazio per il suo interessamento alla figura di Carmelo Bene e per i complimenti per il mio sito.
A Campi ho molti amici a cominciare dall’ex Sindaco “illuminato” Prof. Egidio Zacheo ed ancora il mio caro Collega Prof. Carlo Donatio, che mi ha accompagnato, assieme ad altri amici, a Campi per documentare la presenza di Carmelo Bene nella sua città natale. Abbiamo passato in rassegna, logicamente, anche tutte le Scuole da lui frequentate. Purtroppo nel mio articolo sul sito ho potuto mettere soltanto le miniature delle varie immagini (350 circa) che presentai a Maria Luisa Bene, ospite in casa mia.
Resto a completa disposizione per qualsiasi presentazione, in ambito scolastico, su Carmelo Bene. Come tutti sanno le mie presentazioni sono e saranno sempre del tutto gratuite.
Un caro saluto,
Gianni Carluccio

kristi il 5 giugno 2012 alle 17:20 scrive:
Ciao. è possibile spedirmi le foto delle miniature, io raccolgo e metto a disposizione di tutti sul mio profilo flickr le foto di CB. http://www.flickr.comkarmelomale
Sarei felicissimo di vederle. La mia email è kristt6@yahoo.com
Grazie anticipatamente

G. Carluccio il 5 giugno 2012 alle 17:38 scrive:
Ciao, purtroppo non è possibile in quanto è per la maggior parte materiale inedito. Grazie dell’attenzione
Gianni

Margherita Vincenzi il 27 giugno 2012 alle 13:36 scrive:
Carissimo Gianni,
innanzitutto i miei complimenti per questo tuo fantastico lavoro su Carmelo Bene. Quello che ti chiedo è un “piccolo” aiuto. Siccome sto facendo una tesi, appunto su Carmelo Bene, forse mi potresti “salvare” dalla richiesta del mio relatore. La mia tesi si basa sull’opera televisiva del 1974 “Amleto da Shakespeare a Laforgue” e quello che sto cercando, ma non trovo sono: 1- l’orario in cui fu trasmesso alla RAI (perchè ho trovato solo data e rete televisiva) e 2- le recensioni positive di personaggi illustri alla fine della pogrammazione (perchè alcuni, come sostiene la mia prof., hanno cambiato idea dopo, nel corso degli anni – dopo averlo denigrato -, non come Ennio Flaiano, ad es.che è stato sempre suo sostenitore). Se riuscisse ad esaudire le mie richieste gliene sarei grata. Grazie in ogni caso. Cari saluti.

G. Carluccio il 27 giugno 2012 alle 14:56 scrive:
Carissima Margherita,
non credo di poter essere di grande aiuto ma proverò.
Mi dovresti comunque dare i dati precisi in tuo possesso relativi alla trasmissione (come avrai visto io ho pubblicato un articolo di EPOCA per la prima trasmissione televisiva dell’Amleto nel 1978) e mi farebbe piacere anche conoscere, in forma privata, presso quale Università stai svolgendo la tua tesi ed il nome del Prof. o della Prof.
Cordiali saluti e grazie x i complimenti per il mio sito
Gianni Carluccio
gianni.carluccio@alice.it

Margherita Vincenzi il 28 giugno 2012 alle 21:46 scrive:
CHE PIACEVOLE SORPRESA!
Sono in pausa Europei: già quella del vantaggio nostro è una bella notizia. Poi mi collego e vedo le modifiche all’articolo su Carmelo Bene, sono doppiamente felice!!!!
Adesso riesco a leggere bene l’articolo ed è già qualcosa in più, di veramenete importante, che possiedo!! GRAZIE A LEI! Molto….MOLTO bene!! Qualsiasi informazione o materiale riesca ad avere inerente a quell’Amleto, io accetto tutto!
E’ stato veramente gentile e non smetterò mai di ringraziarla per la disponibilità,davvero.
Ps: il suo nome SICURAMENTE sarà presente nei ringraziamenti della mia tesi di laurea
Cordiali Saluti.
Margherita

G. Carluccioil 29 giugno 2012 alle 13:52 scrive:
Carissima Margherita,
nonostante il mio pessimismo iniziale ma anche grazie al tuo aiuto, perché mi hai detto la data precisa della trasmissione TV, stamattina ho fatto delle ricerche nella Biblioteca dell’Università del Salento (qui a Lecce) ed ho trovato l’indicazione precisa della messa in onda dell’Amleto di Carmelo Bene: Sabato 22 Aprile 1978, Rete 2 ore 20.40. Credo con questo di aver ben ripagato la fiducia in me riposta e ti auguro un buon lavoro per la tua tesi.
Sul mio sito troverai entro oggi anche le recensioni relative all’Amleto rappresentato a Lecce e poi a Bari nel febbraio 1976.
Un abbraccio, Gianni Carluccio

Margherita Vincenzi il 2 luglio 2012 alle 11:00 scrive:
Carissimo Gianni,
ha fatto non un buon lavoro….OTTIMO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
GRAZIE MILLE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ho appena preso visione degli allegati e sono leggibilissimi!
OHH! Giovedì mattina potrò presentarmi dalla prof. con il sorriso stampato in faccia !!!!!!!!!!!!!!!! Non l’avrei MAI creduto !!!!!!! Ed è TUTTO merito suo, per la sua infinita gentilezza e disponibilità!
Non so davvero come ringraziarla !!!!! Ce ne fossero di persone così disponibili e cortesi !!!
Buona Giornata !!!!!!
Margherita

G. Carluccio il 2 luglio 2012 alle 17:38 scrive:
Carissima Margherita,
mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio lavoro sull’Amleto e che possa essere utile x la tua tesi; per Carmelo Bene poi.., questo e altro ! Infatti Aggiungo in coda al mio lungo lavoro alcune immagini della Mostra sui Costumi di Scena di Carmelo Bene, compreso quello di Amleto per la tua gioia…
Spero che vada tutto bene con la tua tesi e con la tua Prof.
Passo e chiudo…
Un abbraccio, Gianni Carluccio

Giuliail 3 agosto 2012 alle 12:37 scrive:
Salve,
sono una giovane studiosa di Carmelo Bene, volevo complimentarmi per la meticolosa ricerca del suo lavoro per me utilissima e interessantissima. Le scrivo poiché sono redattrice di una rivista di critica teatrale ed avrei bisogno del suo aiuto per il mio articolo su Carmelo Bene in uscita ad ottobre. L’intero Dossier e altri contributi saranno dedicati al maestro.
La ringrazio,
cordialmente
Giulia

G. Carluccio il 4 agosto 2012 alle 13:45 scrive:
Cara Giulia,
ti ringrazio per i commenti positivi per il mio sito e ti faccio i complimenti per il tuo lavoro e per la tua rivista.
Sono a disposizione per eventuali richieste specifiche.
Cordiali saluti,
Gianni Carluccio

Luca Buoncristiano il 16 ottobre 2012 alle 11:12 scrive:
Vorrei segnalare per completezza di informazione su quanto realizzato in questo anno, il volume PANTA CARMELO BENE edito dalla Bompiani e curato dal sottoscritto.
Chiunque si accinga allo studio di CB, non può esimersi dal consultare il volume in questione che offre uno sguardo sulle principali interviste rilasciate dal Maestro durante l’arco della sua carriera.

G. Carluccio il 16 ottobre 2012 alle 11:51 scrive:
Gentilissimo Dottore,
conosco BENE il vostro pregevole Volume che ho acquistato appena uscito e consigliato a tutti. Purtroppo sul mio sito non ho fatto in tempo a scrivere qualcosa ed a segnalarlo, ma verrà fatto.
Tra l’altro nel volume ci sono tantissime locandine che ho schedato e cercato di datare, quindi ci ho lavorato sopra… ed ho ottenuto importanti notizie per il mio lavoro grazie alla vostra “bravura”.
Complimenti, Gianni Carluccio

Caterina il 8 marzo 2013 alle 11:41 scrive:
Preg.mo Ingegnere Gianni Carluccio,
sono una studentessa specializzanda presso il DAMS di Roma Tor Vergata con una tesi sul Grande Maestro Carmelo Bene. Ho letto le informazioni pubblicate sul suo sito e mi piacerebbe avere qualche indicazione da Lei, soprattutto per ciò che riguarda l’aspetto vocale e musicale di Bene (che a me interessa trattare in particolar modo), perché vorrei svolgere un lavoro meticoloso su questo unico e irripetibile artista. Le sarei molto grata se volesse darmi cortese riscontro.
Cordialmente,
Caterina Di Blasio

G. Carluccio il 8 marzo 2013 alle 17:04 scrive:
Cara Caterina,
proprio di recente credo sia uscito, qui in Provincia di Lecce, un volume che potrebbe interessarti. Appena possibile (ho mia madre che sta molto male) ti faccio sapere qualcosa. Credo che l’editore salentino sia Cosimo Lupo di Copertino, intanto prova a vedere su internet e fammi sapere. Di più in questo momento non posso fare.
Cordiali saluti e in bocca al “lupo” (è proprio il caso di dire…) per il tuo lavoro
Gianni Carluccio

Daniele Prestigiacomo il 18 ottobre 2014 alle 11:40 scrive:
Egregio Sig Gianni Carluccio.
Faccio i miei complimenti per la documentazione archiviata su Carmelo Bene. Anche io ho realizzato una tesi su Carmelo Bene, spero che se lo voglia posso inviare una copia. Il titolo della tesi è ” quattro momenti su tutto il nulla, appunti sulla recitazione di Carmelo Bene ” dove in appendice trascrivo la trasmissione tv Carmelo Bene in Carmelo Bene quattro momenti su tutto il nulla del 2001 andata in onda su rai2.
Distinti saluti,
Daniele Prestigiacomo

G. Carluccio il 18 ottobre 2014 alle 13:31 scrive:
Caro Daniele,
complimenti per la tua interessantissima tesi; certo che mi farebbe piacere ricevere una copia in modo da segnalarla sul mio sito.
Ti manderò in forma privata il mio indirizzo ed i miei recapiti telefonici.
Intanto grazie e auguri!
Ing. Gianni Carluccio
Responsabile Archivio Tito Schipa

Anita Biolo il 17 dicembre 2016 alle 08:43 scrive:
Buongiorno,
mi chiamo Anita, sono una 22enne bresciana e studentessa di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Sto preparando la mia tesi di laurea sull’Amleto secondo il grande Carmelo Bene. Durante le mie ricerche son capitata proprio sul suo sito internet e ho letto nonchè ammirato accuratamente tutto il suo archivio riguardante Bene. Approfitto per farle i miei più sentiti complimenti per il suo lavoro e ho pensato di chiedere a lei, in quanto “collezionista” fedele di Carmelo, se potesse essere così gentile da ascoltare la mia richiesta. Sto facendo veramente fatica a trovare articoli o scritti critici riguardanti il film Un Amleto di meno. Avrei bisogno di sapere come ha reagito il pubblico. Mi chiedevo, sempre che non sia una richiesta esagerata, se avesse lei qualche materiale o volesse raccontarmi ciò che ricorda o perlomeno mi potesse indicare dove cercare.
Ringraziandola e scusandomi per il disturbo le porgo i miei saluti e le auguro buone feste.
Anita.

Gianni Carluccio il 17 dicembre 2016 alle 08:46 scrive:
Cara Anita,
ho tentato più volte di rispondere alla tua gentile mail, ma mi ritorna sempre indietro.
Allora ti lascio il mio cell. 338-7039323, così potrai contattarmi direttamente.
Cordiali Saluti
Ing. Gianni Carluccio